L’MBCT, il protocollo di terapia cognitiva basato sulla Mindfulness

Il protocollo MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy) nasce grazie agli studi di Segal, Williams e Teasdale che hanno rielaborato l’MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) di Kabat Zinn e avvalendosi della terapia cognitiva hanno strutturato un programma che si è dimodtrato altamente efficace per prevenire le ricadute della depressione. Ma numerosi studi effettuati negli ultimi 15 anni hanno dimostrato che l’MBCT è un protocollo efficace anche per chi soffre di disturbi dello spettro ansioso, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo bipolare, disturbi alimentari, disturbi dello spettro depressivo in atto e difficoltà nella regolazione delle emozioni. In generale è un protocollo adatto a chiunque voglia imparare a passare dalla modalità del fare a quella dell’essere, dal pilota automatico, che spesso tiranneggia nella nostra quotidianità, all’essere Mindful (essere presente a tutto ciò che accade in maniera intenzionale e non giudicante), comprendendo come smettere di rimuginare e ruminare. Se si vuole apprendere come approcciarsi in maniera diversa alle proprie emozioni e ai propri pensieri senza esserne più schiavo, non perché non si avranno più ma si perchè imparerà a viverli in maniera differente, questo percorso può essere molto utile. Leggi tutto “L’MBCT, il protocollo di terapia cognitiva basato sulla Mindfulness”

Medita con Me: La Gentilezza Amorevole (versione 2)

Mai come in questo momento abbiamo bisogno di coltivare sentimenti di compassione e di gentilezza, verso noi stessi e verso il prossimo. Abbiamo bisogno di presenza, perchè una mente consapevole è una mente lucida, accettante, che non si lascia agganciare da ansia e panico.

Oggi voglio regalarvi una delle meditazioni che amo di più, l’altra è la montagna. La gentilezza amorevole o metta è una delle prime meditazioni che mi sono trovata a praticare e che mi ha commossa ed emozionata fin dalla prima volta.

Nel sito troverete anche un’altra versione, ma questa è la mia preferita.

Buona pratica a tutti…

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Coronavirus, no panic

In giro c’è poca gente, l’atmosfera è surreale, vivo a Roma dove abbiamo delle restrizioni ma possiamo ancora uscire, sebbene dovremmo farlo in maniera “intelligente”. I pochi che circolano indossano guanti e mascherine, l’argomento è solo uno il “coronavirus”. Un’ epidemia targata 2.0, un’epidemia nell’era dei social, dove tutti si improvvisano virologi. Abbiamo affrontato altre epidemie, ma questa, a quanto sembra terrorizza di più, perchè essendo tutti iperconnessi le notizie, comprese quelle false, sono virali e questo virus non colpisce solo il corpo ma anche la mente. Preoccupazione, paura, ansia, terrore e panico, sentimenti e pensieri che a livello mondiale molte persone stanno provando sulla propria pelle e nella propria testa. Paura e preoccupazione sono stati d’animo e mentali, fisiologici, che in teoria dovrebbero portarci a rispettare le regole che ci sono state imposte, ansia, terrore e panico sono invece frutto di errori di ragiomento che ci portano a trasgredire e vivere con malessere e sofferenza una situazione comunque già difficile di suo. Abbiamo visto persone fuggire da nord a sud, inconsapevoli, perchè in preda al panico, del rischio al quale hanno esposto se stessi e un numero indefinito di altre persone. Quando ci si sente minacciati la nostra neocorteccia cerebrale (quella parte del cervello deputata al ragionamento, alla valutazione del rischio e alla presa delle decisioni) si disconnette da tutto il resto e ci troviamo a ragionare con la parte più antica del cervello, il cosiddetto cervello rettiliano, la parte del cervello più istintiva. Non è una giustificazione, ma è semplicemente una spiegazione. Leggi tutto “Coronavirus, no panic”

Nutrire la Consapevolezza

La presenza mentale non consiste nel prestare maggiore attenzione, ma piuttosto nel prestare attenzione in modo diverso e più saggio; con tutta la mente e con tutto il cuore, utilizzando a pieno le risorse del corpo e dei sensi

M.Williams, J. Teasdale, Z. Segal, J. Kabat-Zinn

Si racconta che un famoso scrittore di viaggi fu invitato a cena da una facoltosa famiglia in Giappone, diversi erano gli ospiti presenti per l’occasione. Si trattava di una cena molto speciale poiché una delle portate prevedeva l’utilizzo del pesce palla, un pesce altamente prelibato ma anche noto per la sua pericolosità, è infatti estremamente velenoso (mortale), ma chef esperti sono in grado di asportare via il veleno. Lo scrittore quando giunse la portata la gustò lentamente, boccone dopo boccone e ammise di non aver mai mangiato nulla di così sublime. Quando il padrone di casa gli chiese come era stata la sua esperienza, lui rispose estasiato esaltando l’unicità del cibo appena assaporato, solo dopo questa risposta gli fu svelato che in realtà aveva mangiato del comunissimo pesce (il pesce palla era stato mangiato a sua insaputa da un altro commensale).

Lo scrittore imparò che non era importante quanto fosse buono, prelibato e costoso un cibo, ma quanto poteva essere speciale un alimento ordinario se mangiato con consapevolezza boccone dopo boccone.

Un’esperienza ordinaria può diventare straordinaria se affrontata consapevolmente (prestando attenzione in maniera intenzionale e non giudicante a ciò che sta accadendo nel momento presente, accogliendo le cose così come sono).

Possiamo applicare la Consapevolezza o Presenza Mentale o Mindfulness (sono tutti sinonimi) ad ogni esperienza: ad una camminata, a bere una tazzina di caffè, modificando completamente l’esperienza che stiamo vivendo. Dobbiamo semplicemente mettere a tacere il pilota automatico, che è un nostro fedelissimo compagno di viaggio ed immergerci nel momento presente.

É difficile rendersi conto come e quanto le nostre esperienze quotidiane siano incomplete se affrontate senza consapevolezza. Prendetevi 10 minuti e provate a fare questa semplice pratica: “un assaggio di consapevolezza, mangiare con i sensi”.

Munitevi di un chicco di uva passa e procedete nell’ascolto del file.

Bibliografia

M. Williams, J. Teasdale, Z. Segal, J. Kabat Zinn (2010), Ritrovare la Serenità Milano. Raffaello Cortina Editore

Perchè insegnare la Mindfulness ai bambini?

La Mindfulness è una capacità innata che si utilizza, si sviluppa e si approfondisce grazie alla pratica e che prevede dunque una sorta di coltivazione, nel senso che occorre piantare e annaffiare i semi, e prendersene cura quando mettono radici e crescono nel terreno dei nostri cuori, per poi fiorire e fruttificare in modi interessanti, utili e creativi.” (Kabat-Zinn)

Le pratiche di Mindfulness possono guidare e favorire lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi, grazie ad un allenamento costante infatti questi incrementano e migliorano la consapevolezza di se.

La Mindfulness educa ad essere totalmente presenti ed insegna ai bambini a coltivare la presenza: fisica, mentale, emotiva. Si può dire di essere presenti quando si è interamente in contatto con la propria esperienza. Tale abilità è favorita dall’essere attenti a ciò che accade momento dopo momento. Nasciamo con questa competenza, ma non allenandola la perdiamo, sebbene si possa imparare a coltivarla fin da piccoli. Leggi tutto “Perchè insegnare la Mindfulness ai bambini?”