Tra piacere e dolore, i meccanismi biologici associati alla dominanza e alla sottomissione sessuale

 

Dominanza, sottomissione, sadismo, masochismo, schiavo, padrone, tutti termini che potremo racchiudere nell’acronimo BDSM, coniato in America verso la metà degli anni 80. In sintesi una serie di pratiche erotiche, psicologiche e interpersonali che prevedono  uno scambio di potere tra persone adulte consenzienti.

Sappiamo che il dolore è un meccanismo evolutivo di protezione che impedisce all’individuo di esporsi ulteriormente a ciò che gli arreca danno. Alcune pratiche BDSM prevedono il dare e ricevere dolore come elemento principe del gioco. Perché l’uomo va apparentemente contro natura? L’uomo, per sua natura, tende a perpetuare tutti quei comportamenti che sono soggetti ad un rinforzo e a non ripetere quelli soggetti a punizione, eccetto i casi in cui la punizione è letta come un rinforzo. Vi faccio un esempio: un bambino dice una parolaccia e riceve un rimprovero da parte del genitore, penserete “è stato punito non la dirà più, qui abbiamo due opzioni, una è quella che i più hanno pensato, ma ce ne è un’altra, il bambino era in cerca di attenzione e attraverso il rimprovero l’ha  ottenuta, questo è un rinforzo per il suo comportamento, è quindi probabile che il bambino in futuro tornerà a dire nuovamente parolacce.

Dopo questo esempio forse è più facile comprendere come il dolore possa essere cercato e ricercato da chi pratica BDSM, la punizione dolorosa è in realtà fonte di piacere, quindi un rinforzo.  Un recente studio pilota condotto in Belgio ci spiega quali sono i meccanismi biologici che si celano al di sotto dei comportamenti di dominanza/sottomissione.

Sembra infatti che chi pratica BDSM in qualità di sottomesso provi sia stress (è stato notato un aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress), sia piacere nel ricevere dolore (risultano aumentati  gli endocannabinoidi, molecole prodotte in genere durante le attività sessuali e quelle di ricompensa). In chi invece pratica in qualità di dominante non è stato riscontrato l’aumento del cortisolo, ma un aumento importante degli endocannabinoidi, ma solo quando la componente del gioco riguardava l’aspetto del “dominio” e non quando riguardava l’aspetto del “somministrare dolore”.

Siamo ancora agli albori, ma questo studio può comunque aiutare a comprendere, cosa accade, dal punto di vista biologico, a chi ha una profonda passione per qualcosa che a molti può provocare avversione.

Nella sessualità non esiste giusto o sbagliato, nella cornice del sano, sicuro e consensuale ognuno è padrone di scegliere il proprio piacere.

Bibliografia

E., Wuyts, M.D., Nele De Neef, V., Coppens, E., Schellens, & M., Van Der Pol (2020). Between pleasure and pain: a pilot study on the biological mechanisms associated with BDSM interactions in dominants and submissives. The Journal of Sexual

Coronavirus, no panic

In giro c’è poca gente, l’atmosfera è surreale, vivo a Roma dove abbiamo delle restrizioni ma possiamo ancora uscire, sebbene dovremmo farlo in maniera “intelligente”. I pochi che circolano indossano guanti e mascherine, l’argomento è solo uno il “coronavirus”. Un’ epidemia targata 2.0, un’epidemia nell’era dei social, dove tutti si improvvisano virologi. Abbiamo affrontato altre epidemie, ma questa, a quanto sembra terrorizza di più, perchè essendo tutti iperconnessi le notizie, comprese quelle false, sono virali e questo virus non colpisce solo il corpo ma anche la mente. Preoccupazione, paura, ansia, terrore e panico, sentimenti e pensieri che a livello mondiale molte persone stanno provando sulla propria pelle e nella propria testa. Paura e preoccupazione sono stati d’animo e mentali, fisiologici, che in teoria dovrebbero portarci a rispettare le regole che ci sono state imposte, ansia, terrore e panico sono invece frutto di errori di ragiomento che ci portano a trasgredire e vivere con malessere e sofferenza una situazione comunque già difficile di suo. Abbiamo visto persone fuggire da nord a sud, inconsapevoli, perchè in preda al panico, del rischio al quale hanno esposto se stessi e un numero indefinito di altre persone. Quando ci si sente minacciati la nostra neocorteccia cerebrale (quella parte del cervello deputata al ragionamento, alla valutazione del rischio e alla presa delle decisioni) si disconnette da tutto il resto e ci troviamo a ragionare con la parte più antica del cervello, il cosiddetto cervello rettiliano, la parte del cervello più istintiva. Non è una giustificazione, ma è semplicemente una spiegazione. Leggi tutto “Coronavirus, no panic”

Pillole di Strategie per Gestire l’Ansia: l’Attività Motoria

Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla.
Pierre de Coubertin

L’Ansia può essere in molti casi uno stato emotivo fortemente invalidante, lo sa bene chi ne soffre. Fare attività motoria costantemente può aiutare a gestire meglio gli stati ansiosi.

Le linee guida del ministero della salute consigliano per mantenere un buon equilibrio psico-fisico di fare almeno 150 minuti di attività motoria a settimana, l’ideale sarebbe che una sessione durasse non meno di 30 minuti. Leggi tutto “Pillole di Strategie per Gestire l’Ansia: l’Attività Motoria”