Coronavirus, no panic

In giro c’è poca gente, l’atmosfera è surreale, vivo a Roma dove abbiamo delle restrizioni ma possiamo ancora uscire, sebbene dovremmo farlo in maniera “intelligente”. I pochi che circolano indossano guanti e mascherine, l’argomento è solo uno il “coronavirus”. Un’ epidemia targata 2.0, un’epidemia nell’era dei social, dove tutti si improvvisano virologi. Abbiamo affrontato altre epidemie, ma questa, a quanto sembra terrorizza di più, perchè essendo tutti iperconnessi le notizie, comprese quelle false, sono virali e questo virus non colpisce solo il corpo ma anche la mente. Preoccupazione, paura, ansia, terrore e panico, sentimenti e pensieri che a livello mondiale molte persone stanno provando sulla propria pelle e nella propria testa. Paura e preoccupazione sono stati d’animo e mentali, fisiologici, che in teoria dovrebbero portarci a rispettare le regole che ci sono state imposte, ansia, terrore e panico sono invece frutto di errori di ragiomento che ci portano a trasgredire e vivere con malessere e sofferenza una situazione comunque già difficile di suo. Abbiamo visto persone fuggire da nord a sud, inconsapevoli, perchè in preda al panico, del rischio al quale hanno esposto se stessi e un numero indefinito di altre persone. Quando ci si sente minacciati la nostra neocorteccia cerebrale (quella parte del cervello deputata al ragionamento, alla valutazione del rischio e alla presa delle decisioni) si disconnette da tutto il resto e ci troviamo a ragionare con la parte più antica del cervello, il cosiddetto cervello rettiliano, la parte del cervello più istintiva. Non è una giustificazione, ma è semplicemente una spiegazione.

Cosa succede invece nella mente degli adolescenti e dei giovani adulti che si radunano e brindano allegramente “core a core” in barba al coronavirus? La neocorteccia cerebrale di cui vi accennavo sopra raggiunge il suo pieno sviluppo entro i 25 anni di età, questo spiega perchè frotte di giovani hanno affollato il centro delle grandi città, molti di loro non sono fisiologicamente in grado di valutare il rischio e quindi le conseguenze delle proprie azioni.

Ma stiamo attenti, l’ansia in questo momento può essere in nostro peggior nemico, non solo perchè porta a comportamenti rischiosi per se stessi ed il prossimo, quando siamo in preda all’ansia produciamo una sostanza nota come “cortisolo”, un’ormone che il nostro corpo secerne sotto stress, è noto infatti anche come ormone dello stress, il cortisolo purtroppo fa abbassare le difese immunitarie poiché abbatte il numero dei linfociti T e dei globuli bianchi, le cellule che aiutano il nostro corpo a difendersi dagli attacchi che provengono dall’esterno. Quindi più siamo ansiosi e più rischiamo di ammalarci.

Ma cosa possiamo fare? Ascoltiamo la voce degli esperti, seguiamo alla lettere le indicazioni che vengono fornite, limitiamo l’uso dei social, limitamoci all’ascolto di un paio di tg al giorno e cerchaimo di agire, di fare molte cose pratiche, la nostra palestra ha chiuso? alleniamoci a casa o al parco da soli ed osservando la distanza di sicurezza, cuciniamo, impastiamo, facciamo pane, biscotti, curiamo le piante, facciamo un puzzle, leggiamo, facciamo i cruciverba, preghiamo se professiamo una fede, ma la cosa che più vi direi di fare è meditare, le pratiche di consapevolezza possono essere uno strumento molto utile in questo momento difficile.

Ricordiamo sempre che tutto ha un principio ed una fine e a breve se rimaniamo consapevoli, compassionevoli ed uniti tutto questo sarà solo un brutto ricordo.

Se vuoi meditare con me qui e qui puoi trovare alcune pratiche.

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