Una mente che è “sulla difensiva” non è una mente aperta.
Napoleon Hill
Permaloso è colui che si offende facilmente davanti ad una critica, un’osservazione o una frase ironica che gli è stata rivolta.
Come reagisce a tutto questo il permaloso? O si chiude a riccio, rimanendo in silenzio anche per lunghi periodi, o attacca per difendersi, mostrando a volte una reazione impulsiva esagerata, o “il permaloso in via di guarigione”esprime assertivamente il disagio che sta provando, per cercare un confronto, per comprendere un punto di vista diverso dal proprio.
Diversi sono i motivi che possono spingere una persona ad essere permalosa:
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bassa autostima
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tratti narcisisti
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lettura dell’altrui pensiero
- distorsioni cognitive
Immaginiamo questa scenetta tra Giovanni e Luca, due colleghi: Giovanni critica Luca dicendogli di aver svolto un lavoro distrattamente e gli errori da lui commessi hanno fatto si che il capo gli desse il lavoro mal fatto per correggerlo, determinando quindi un ulteriore carico di lavoro per lui, Giovanni conclude la sua critica invitando Luca a prestare in futuro una maggiore attenzione mentre svolge le sue pratiche ed esortandolo a chiedere aiuto qualora si sentisse in difficoltà. Un ipotetico Luca permaloso potrebbe reagire in diversi modi:
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abbassare lo sguardo mentre Giovanni lo sta criticando e non rivolgergli più la parola per alcuni giorni, sentendosi estremamente offeso per le parole del collega, pensando “non doveva permettersi, come osa pensare che una persona con le miei competenze possa essere in difficoltà?”, oppure spinto dallo stesso pensiero potrebbe aggredire Giovanni dicendogli che il lavoro era ben fatto e che la colpa è solo del capo . In questo caso ci troviamo davanti ad una persona con un io ipertrofico che non tollera la critica altrui perchè lui non può sbagliare (tratti narcisisti).
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Oppure Luca potrebbe offendersi perchè legge e generalizza la sua incompetenza a svolgere quel lavoro come un giudizio sul valore globale della sua persona, del genere: “siccome hai fatto male un lavoro vali molto poco come persona” (bassa autostima).
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O potrebbe anche pensare: “adesso Giovanni, penserà che io sul lavoro sono un incapace e non avrà più stima di me come collega”(lettura altrui pensiero-distorsioni cognitive).
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Infine abbiamo “Luca eletto, in via di guarigione” che esplicita le emozioni provate a Giovanni e cerca un confronto utile a migliorarlo: “mi dispiace molto che il capo ti abbia affidato un ulteriore carico di lavoro a causa di alcune mie disattenzioni, questa cosa mi rende triste, ho pensato di essere un’incapace, avrei preferito che lui venisse da me e mi dicesse dove avevo sbagliato…la prossima volta che sono in difficoltà ti chiederò sicuramente aiuto”
Ma come si possono abbandonare i panni del permaloso? L’ultimo Luca ne è un esempio. Quando una critica, una affermazione o una battuta ci feriscono, possiamo provare ad esplicitare le emozioni e i pensieri che la situazione ha suscitato, oppure possiamo prenderci del tempo per capire cosa del discorso altrui ci ha ferito. Prendersi del tempo permette di bloccare in primis una reazione istintiva di cui poi potremmo pentirci, una volta terminato lo tsunami emotivo, inoltre ci permette di comprendere meglio le nostre sensazioni, emozioni e pensieri, di capire se siamo feriti perchè stiamo effettuando una lettura del pensiero altrui o una catastrofizzazione o generalizzazione (entrambe distorsioni cognitive):“non avrà più stima di me come collega”, o se ci stiamo sopravvalutando/sottovalutando.
Può essere utile inoltre un lavoro sull’accettazione, accettare che gli altri la pensino in modo di diverso da noi o che ci rivolgano una critica. Ciò non significa “perdere di valore”, ma avere una opportunità per migliorarsi e per accogliere diversi punti di vista. Imparando ad accettare si rispetta l’altro ma in primis se stessi e si guadagno punti nella partita contro la permalosità.