Il Non Giudizio

Il Non Giudizio è uno dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Per coltivare la Consapevolezza un’attitudine importante è quella del “non giudizio”. Come dice Kabat-Zinn dobbiamo imparare ad essere testimoni imparziali della nostra esperienza. Per forma mentis siamo abituati a giudicare tutto ciò che accade, sia le esperienze esterne, sia quelle interne (sensazioni, emozioni, pensieri). Bisogna imparare a distaccarsi da tutto questo, ad eliminare i giudizi che applichiamo ai contenuti delle nostre esperienze. Buono, cattivo, neutro, mi piace, non mi piace, mi è indifferente sono alcuni dei giudizi che quotidianamente usiamo.

Giudicare è una attività deleteria per la nostra mente, poichè questa continua alternanza tra positivo e negativo impedisce di trovare la pace interiore.

Quando iniziamo a notare l’attività della mente rimaniamo stupiti dall’osservare quanto spesso ci capita di giudicare, possiamo fare un veloce esperimento per rendercene conto: proviamo a vedere in 5 minuti, mentre svolgiamo normalmente le nostre attività, quante volte scatta in noi il “mi piace” “non mi piace”in risposta a ciò che sta accadendo, ad esempio sto leggendo un libro e penso “che noia questo capitolo o il modo di scrivere di questo scrittore non mi piace…”.

Come possiamo lavorare sul “non giudizio”? Per prima cosa dobbiamo renderci conto che la nostra mente giudica, una volta che abbiamo riconosciuto “la mia mente sta giudicando” limitiamoci semplicemente ad osservare, evitando di giudicare ulteriormente. Praticando Mindfulness, ad esempio durante la pratica sul respiro, mentre siamo seduti, può capitare che la nostra mente produca questi pensieri “che noia, non serve a nulla…”Non giudichiamo ulteriormente rimproverandoci, osserviamo semplicemente il contenuto della nostra mente e torniamo al respiro. Attaccarci al giudizio ci allontana dal momento presente.

È importante imparare ad essere consapevoli dell’atteggiamento giudicante della nostra mente, poiché giudicare è un processo spesso automatico che innesca reazioni altrettanto automatiche. Il solo riconoscere questo processo può portare a non assecondarlo e quindi perdendo di potenza tenderà a diminuire. Impariamo ad osservare le caratteristiche e le peculiarità degli accadimenti, ad esempio quando percepiamo una sensazione nel nostro corpo, proviamo a localizzarla a coglierne l’intensità ad osservarla per quello che è e se la mente dovesse dire “mi piace, non piace”, constatiamo semplicemente che sta giudicando.

Questo pilastro è molto difficile da comprendere perchè presuppone un’attitudine mentale che va contro ciò che la nostra mente è abituata a fare, praticare è il miglior modo per prendere confidenza e allenare il non giudizio.

Bibliografia:

J.Kabat-Zinn (2012). Vivere Momento per Momento. Milano, TEA.

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