L’Accettazione, cosa è, cosa non è, come coltivarla.

Accettare significa osservare le cose così come accadono nel momento presente, senza giudicarle e senza lasciarsi influenzare dai propri desideri: se provo tristezza, sto con la mia tristezza, è solo un’emozione che sto sentendo in questo momento.

L’accettazione a volte può essere un processo lungo e complesso, accompagnato da sofferenza ma prima o poi è inevitabile che arrivi. Più “si fa tardi nell’accettare” maggiore sarà la sofferenza che si vivrà, poiché la sofferenza = dolore x non accettazione. Non tutti gli accadimenti fortunatamente richiedono lunghi periodi di elaborazione prima di essere accettati, come avviene per i lutti, le gravi malattie, le separazioni, etc…

Nel quotidiano invece capita di spendere molte delle proprie risorse per combattere la realtà di ciò che ci accade, e quindi rifiutiamo di essere tristi, bassi, di provare dolore fisico. Ma dove ci porta tutto questo? Semplicemente ad intralciare il benessere, la crescita personale, il miglioramento di se stessi.

Ovviamente accettare non significa vivere passivamente tutto ciò che ci accade o permettere agli altri di calpestare le nostre esigenze, non significa rassegnarsi o accontentarsi, ma semplicemente “avere una disponibilità a vedere le cose così come sono” (Kabat-Zinn). Quando la nostra vista non è offuscata dalle lenti del giudizio e del desiderio è molto più semplice vedere la realtà degli eventi, ad esempio Fabrizio è un ragazzo timido e crede che potrà avere rapporti sociali solo dopo aver superato la timidezza, la non accettazione della timidezza lo può portare però ad un circolo vizioso che non gli permetterà mai di superarla, l’autostima diminuirà, la frequentazione di luoghi in cui socializzare anche, quindi si ritirerà sempre più in se stesso. Accettando invece la propria difficoltà a socializzare e sperimentando “timidamente” che il mondo non è solo un covo di leoni potrà nel tempo migliorare le proprie abilità di socializzazione.

L’accettazione è uno dei pilastri della Mindfulness e viene coltivata e nutrita tutte le volte che meditiamo:“nella pratica della meditazione, coltiviamo l’accettazione prendendo ogni momento così come viene e vivendolo nella sua pienezza. Non cerchiamo di sovrapporre all’esperienza le nostre idee su cosa dovremmo sentire, pensare o vedere, bensì restiamo ricettivi a ciò che sentiamo e vediamo in questo momento. Di una cosa possiamo essere certi: che ciò che è oggetto della nostra attenzione in questo momento non cambierà, offrendoci l’occasione di coltivare l’accettazione di ciò che si presenterà nel momento successivo.”(Kabat-Zinn)

Bibliografia:

Kabat Zinn J. (2012), Vivere Momento per Momento. Milano, TEA.

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