La Coppia in Crisi, parte 2

Nel precedente articolo sulla coppia in crisi sono state elencate le aree che in terapia cognitiva vengono esplorate insieme ai partner, ora le vedremo in maniera più specifica:

Le aspettative tacite e non realistiche

È normale che si inizi un percorso assieme ad un compagno con un bagaglio di aspettative, spesso taciute, che diventano evidenti solo quando vengono frustrate. In molte dispute il nocciolo della questione è rappresentato dalle aspettative che i partner hanno circa i rispettivi ruoli all’interno della famiglia, aspettative che hanno un’origine precoce: apprese all’interno della propria famiglia d’origine. In questo caso il conflitto è originato esattamente dalle aspettative divergenti. Quando queste vengono frustrate generalmente i membri della coppia le riducono, adattando fantasie e sogni alla realtà dell’unione e imparano a convivere con questa situazione anche se a volte può essere fonte di tristezza. Le cose, però, non vanno sempre così, talvolta aspettative, sogni e speranze invece di ridursi si intensificano andando incontro ad una inevitabile frustrazione, se prima l’emozione provata era tristezza ora diventa rabbia, questo si verifica quando le aspettative diventano regole implicite (quando un desiderio si trasforma in pretesa). Regole che non prendono in considerazione i desideri ed i bisogni del proprio compagno e che se venissero espresse apertamente, apparirebbero totalmente arbitrarie ed irrazionali. Buona parte della rabbia che caratterizza i matrimoni in crisi è determinata dall’inosservanza di queste regole.

La forza del pensiero negativo

Capita spesso che un membro della coppia frustri le aspettative del compagno. Quando le aspettative frustrate riguardano qualcosa di importante si traggono facilmente conclusioni negative su ciò che ha spinto il partner ad agire in un dato modo e sullo stato della relazione. Si danno spiegazioni basate sulla lettura del pensiero e spinti da queste si finisce con l’attaccare il compagno o con il ritirarsi passivamente, il partner sentendosi punito ingiustamente di solito contraccambia, o attacca, o si ritira, ha quindi inizio un circolo vizioso che si può estendere a vari aspetti della relazione.

Spesso si cade nel tranello della lettura del pensiero, che può determinare previsioni errate, causa a volte di conseguenze emotive negative immotivate, o al contrario fornire un senso di sicurezza che potrebbe essere fallace. Talvolta è proprio la lettura del pensiero alla base della profezia che si auto avvera: con l’errata interpretazione del comportamento del partner si contribuisce a provocare proprio ciò che più si temeva. Lo stato d’animo altrui è e sarà sempre qualcosa di difficile intuizione.

Le conclusioni illogiche

Le conclusioni illogiche possono essere frutto di una errata lettura del pensiero, lettura dei sentimenti altrui, interpretazione (non si commetterebbero errori se si prendesse il tempo sufficiente per valutare tutte le prove che sono a favore di una determinata interpretazione prima di affermare che sia l’unica plausibile), di un fraintendimento dei segnali, di pregiudizi.

Il significato di una comunicazione è ovviamente palese per il mittente, ma il destinatario che ha una sua storia ed una sua teoria spesso decodifica un messaggio completamente diverso da quello inviato dal mittente.

Molto spesso ad alcuni eventi vengono attribuiti significati simbolici, questo si verifica quando situazioni di un certo tipo hanno un significato particolarmente intenso, l’evento acquista un significato simbolico e si possono avere delle reazioni eccessive ed una serie di distorsioni.

La mancanza, o stasi nella comunicazione

Una comunicazione difettosa rende i partner frustrati. Affinché una comunicazione si possa definire buona non è sufficiente esplicitare e le proprie idee, ma occorre anche comprendere cosa l’interlocutore sta dicendo. A volte alcuni dei problemi di comunicazione nella coppia nascono dalle differenze dei modi di parlare dei partner: la scelta del momento, le interruzioni, il ritmo del discorso, le pause. Da una serie di studi emerge che uomini e donne ascoltano e comunicano in maniera diversa. Gli uomini rispondono con segnali di ascolto, le retroazioni (un cenno del capo, un gesto, un mutamento di espressione, o l’emissione di suoni come: mhmm, si ….), con frequenza nettamente minore rispetto alle donne. A queste retroazioni sono dati anche significati differenti, per gli uomini nella maggior parte dei casi significano “sono d’accordo” per le donne “ti sto ascoltando”. A queste vengono attribuiti una serie di significati simbolici “mi fa piacere quello che dici” “tengo molto a te”, quindi una mancanza di retroazioni può avere un significato simbolico negativo “non ti rispetto” “non mi importa nulla di te”. In genere i partner non si rendono conto della forza di questo aspetto nella conversazione , ma se divenissero maggiormente sensibili a questi significati simbolici la loro frustrazione potrebbe subire un decremento.

Nei prossimi articoli vedremo come alcuni dei nostri pensieri, di cui spesso siamo scarsamente consapevoli e alcune emozioni, incidono negativamente nella comunicazione tra partner.

Bibliografia:

Beck A. T. (1984). Principi di Terapia Cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi. Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore. Roma.

Beck A. T. (1990). L’amore non basta. Come risolvere i problemi del rapporto di coppia con la terapia cognitiva. Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore. Roma.

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