Il “Non Cercare Risultati”

è proprio quando non hai aspettative che la vita ti regala le gioie migliori”

Il Non Cercare Risultati è un altro dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Meditare è essenzialmente non fare.

La maggior parte delle nostre azioni sono finalizzate ad ottenere un determinato risultato (ed è giusto sia così), questo per la Mindfulness è invece un ostacolo. L’unica finalità della pratica meditativa è quella di essere se stessi, potrà apparire bizzarro, ma in realtà già siamo noi stessi, ma si tratta di un modo differente di essere se stessi, senza ricerca di risultati, solo il semplice “essere noi”, accettandoci, durante “la nostra pratica”, così come siamo con tutto quello che incontriamo, momento dopo momento.

Approcciarsi alla meditazione con uno scopo“ora smetto di pensare/di soffrire/ora mi rilasso..” indica chiaramente che siamo diversi che come dovremmo essere, quindi non siamo adeguati: “Se fossi più rilassata, o più intelligente, o più impegnata, o più questo o più quello, se il mio cuore fosse più sano, se il ginocchio non mi facesse male, allora sarei ok. Così come sono ora, non vado bene.” (Kabat-Zinn)

Questi pensieri sono di intralcio ad una attitudine consapevole. Ricordiamo che essere consapevoli significa essere presenti a ciò che accade in maniera intenzionale e non giudicante momento dopo momento, quindi se provo dolore sto con il mio dolore, se provo rabbia osservo e sento la mia rabbia, etc…

Può sembrare paradossale ma nella Mindfulness il modo migliore per ottenere risultati e non cercare di ottenerli, lo stesso Kabat-Zinn sottolinea che se si pratica meditazione rincorrendo un particolare risultato si potrebbe ottenere l’opposto di ciò che si cercava.

Per concludere è importante sottolineare che tutto questo  non significa avere un atteggiamento passivo nei confronti di ciò che accade quando meditiamo e neanche che dobbiamo portare questo atteggiamento nella quotidianità rinunciando a perseguire obiettivi e risultati. Il Non Cercare Risultati è atteggiamento che va tenuto nei confronti della pratica meditativa. L’attitudine che dovremo conltivare è quella dell’accoglienza e dell’accettazione di quelle che sono le nostre sensazioni, emozioni, pensieri, dovremmo stare semplicemente con quello che c’è in noi momento dopo momento. Provate: siete tristi, sedetevi a praticare con la vostra tristezza, localizzatela nel vostro corpo, ascoltatela, osservatela, provate a portare il vostro respiro esattamente nella zona in cui la percepite e vedete cosa accade….è probabile che la tristezza raggiunga un picco e poi inizi a scemare, se invece vi sedete a meditare con l’intento di mettere a tacere la vostra tristezza è probabile che questa aumenti.

I frutti del nostro lavoro arriveranno grazie alla costanza, alla pazienza e alla pratica.

Bibliografia:

J.Kabat-Zinn (2012). Vivere Momento per Momento. Milano, TEA.

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